Come affrontiamo gli eventi? Questione di variabili!

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come affrontiamo gli eventi? la spiegazione ci viene dal modello cognitivo comportamentale

"..non sono gli eventi ma il nostro punto di vista riguardante gli eventi che è il fattore determinante." (Epitteto)

Franco e Marco sono cari amici, studiano insieme all'università e trascorrono il tempo libero in un gruppo di coetanei facendo serate e divertendosi.
Il giorno dell'esame di Procedura Civile entrambi ricevono lo stesso risultato: bocciati (sigh!).
Franco inizia subito a preoccuparsi e pensa "avrei dovuto studiare di più", "non sono molto costante" inoltre si sente un po' in "colpa".
Marco invece ha una reazione diversa, pensa, "il professore ce l'ha con me!", "è la seconda volta in pochi mesi!" e si sente "arrabbiato".
Di fronte allo stesso evento Franco e Marco reagiscono in maniera diversa. Franco sembra attribuire tutta la responsabilità a sé stesso mentre Marco fa esattamente il contrario considerando una causa esterna (il professore), il motivo del suo risultato all'esame.

Le reazioni emotive così diverse sono espressione di un diverso modo di attribuire i significati. Franco attribuisce a se stesso tutta la responsabilità (che in questo caso è percepita da lui come colpa), non riconosce possibili variabili che potrebbero aver condizionato la sua preparazione, la predisposizione dell'esaminatore, etc..

Marco vede come tutto derivante dall'ambiente esterno (questione di sfortuna! il prof ce l'ha con me!), una visione di sé con scarso potere.
Anche le reazioni comportamentali successive risentono di questi significati.
Franco potrebbe decidere di "chiudersi" in casa per "studiare meglio il programma per le sessioni di esame successive" e non andare alla festa con gli amici. Alimentando l'idea per se stesso che esista la preparazione "perfetta"; questo potrebbe portare a rimandare e rinunciare di eseguire l'esame proprio in virtù di tale convinzione.
Marco invece potrebbe decidere di uscire con gli amici in tranquillità proprio in virtù del fatto che non è sua responsabilità ma del professore se gli esami non vanno bene. Tale scelta, condivisibile inizialmente, potrebbe portare Marco a depotenziare il suo ruolo negli eventi e l'immagine di sé in un circolo vizioso disfunzionale e autosabotante.

Non esistono reazioni "giuste o sbagliate". Ma conseguenti logiche del modo in cui diamo significato agli eventi.

In considerazione di questo si può far molto rispetto al modo in cui diamo significato alle cose. Per esempio chiedersi se darsi tutta la "colpa" (non a caso un termine diverso da responsabilità che prevede una suddivisione più allargata dei ruoli nelle varie situazioni) sia una strategia utile al fine del raggiungimento dei propri obiettivi oppure se vedere gli eventi come derivanti dalla sfortuna di non esser ben voluti dal professore (anche se potrebbe succedere...sigh....) sia una lettura della situazione orientata dalla logica e dal raziocinio ("perché mai dovrebbe avercela con me?)

Quali altri comportamenti ed emozioni possibili potrebbero prodursi in Franco e Marco alla luce dei pensieri in loro emersi? O ancora che altri generi di pensieri potrebbero emergere in queste situazioni? Il tutto è da vedere!

Buona riflessione

 

Beck AT (1976) Cognitive Therapy and the emotional disorders. International Universities Press. Madison, Boston. Ellis A (1989) Ragione ed emozione in psicoterapia. Astrolabio. Roma

 

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